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Lucio Cecchinello, LCR Honda: “Così ho preparato moto e team per la MotoGP 2022”

Alla vigilia della prima gara del motomondiale, il principal del team LCR Honda ci racconta le novità che riguardano la sua squadra
Lucio Cecchinello
Lucio Cecchinello, LCR Honda

È tutto pronto per la ripartenza del campionato della MotoGP di domenica 6 marzo dal circuito di Losail in Qatar. Il team Honda LCR di Lucio Cecchinello (di cui Agos è sponsor), ha tra le mani una moto RC231V su cui la Honda ha messo mano in ottica migliorativa per i due piloti Alex Marquez e Taka Nakagami. Cecchinello è ottimista: “Può essere l’anno in cui ottenere un buon posizionamento”, ci confida.

Cosa dobbiamo guardare della moto in gara per capire quali sono le migliorie che avete apportato?
Di sicuro l’assetto aerodinamico.

In che modo?
La direzione che si sta prendendo nella MotoGP è di lavorare sempre di più sull’assetto aerodinamico non solo per migliorare le velocità di punta ma per indurre l’effetto dello schiacciamento della moto al suolo alle alte velocità.

Ci spieghi meglio…
Per evitare lo slittamento della parte posteriore della moto in fase di accelerazione c’è bisogno di esercitare molto peso sul pneumatico posteriore. Però quando si appesantisce la parte posteriore, la moto si alleggerisce davanti e diventa meno precisa, meno guidabile e critica in fase di curva. Quindi anche Honda ha lavorato rivedendo l’aerodinamica della moto e la distribuzione dei pesi. Ma non solo. Sono stati fatti interventi anche sull’elettronica per gestire, meglio che in passato, l’accelerazione e il freno motore.

Dunque è ottimista per questo Campionato?
Direi di si, mi aspetto buoni risultati. Inoltre siamo orgogliosi di partecipare per il diciassettesimo anno consecutivo in partnership con Honda. Da questo grande gruppo in questi anni ho imparato molto, soprattutto che le risorse umane sono il più importante tra tutti gli asset aziendali.

Lo dice per un motivo particolare?
Credo molto alla formazione del personale e al modus operandi tipico giapponese che è quello di far crescere le persone giovani all’interno della propria struttura. È quello che ho fatto, per esempio, nel settore tecnico in cui c’è una concorrenza altissima.

E ci sono novità anche in questo?
Si certo. Quest’anno debutta la nuova figura del Direttore Tecnico Generale.

E di cosa si occupa?
I nostri due piloti hanno due team guidati da un capo tecnico, l’Ingegnere di pista, e da un gruppo di meccanici. Fino al 2021 i due ingegneri di pista a fine giornata di prove e di gara si passavano le informazioni su regolazioni, strategie, dati. Abbiamo pensato di ridurre il tempo necessario a questo importante passaggio di informazioni, inserendo una figura nuova nella scuderia: il Direttore Tecnico Generale che controlla il lavoro dei due ingegneri di pista e fa il passaggio delle informazioni in tempo reale dall’uno all’altro. Questo per migliorare la rapidità di intervento tra i gruppi di lavoro.

Ma un team di MotoGP non è fatto solo di persone. Quanto pesa sulla vostra realtà la crisi pandemica e ora quella geopolitica che stiamo vivendo?
In questa delicata fase storica post pandemica (e non solo) è necessaria un’attenta gestione e analisi dei costi. Soprattutto nei trasporti via nave e via aerea. Prima trasportavamo il 95% del materiale via aerea e il 5% via mare. Per effetto del calendario delle gare, infatti, il trasporto in mare non consente il trasferimento dei materiali nei pochi giorni che separano una gara da un’altra. È dunque fattibile solo per i pochi materiali che sono di consumo e che vengono spediti in forma anticipata di qualche mese. L’aumento dei costi ci sta imponendo delle riflessioni: per esempio, conviene comprare più set di attrezzature da spedire via mare che utilizzare un set unico da spedire via aerea. È necessaria una grande attenzione. E sperare che i conflitti, di ogni tipo, cessino il prima possibile.

Troviamo una nota di ottimismo sul futuro…
Il mondo delle due ruote nel periodo della pandemia e più in generale quando il mondo si trova ad affrontare delle crisi economiche, viene penalizzato meno rispetto ad altri settori industriali perché i consumatori si rendono conto che la moto rappresenta un’opportunità di mobilità a un costo inferiore rispetto alle quattro ruote. Ci auguriamo che possa essere così anche questa volta: il benessere delle case costruttrici è infatti anche il nostro.

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