Le immatricolazioni di auto sono in forte affanno, ma non significa che la voglia di auto degli italiani sia fiacca. Nel Bel Paese si vendono più macchine usate che nuove, in ragione di tre ogni cinque, anche depurando i passaggi di proprietà dai km0. Questi ultimi infatti sono già conteggiati nelle immatricolazioni senza che vadano al cliente finale, cosa che accadrà solo dopo un trasferimento come usato. Al giro di boa dei 6 mesi e rispetto allo stesso periodo del 2019, le immatricolazioni sono indietro di 200.000 unità, pari a una flessione del 18%. Le vendite di usato invece hanno già recuperato e leggermente superato il livello pre-Covid. I passaggi al netto delle mini-volture sono stati 1.541.000 contro 1.577.000 di due anni fa. Ma se escludiamo i km0, che quest’anno sono molti meno, il dato 2021 è di 1.514.000 unità contro un 2019 a 1.494.000.
“Il mercato dell’usato è sempre stato meno ondivago del nuovo, che risente di più della congiuntura – afferma Valerio Papale, direttore automotive di Agos – e i nostri partner concessionari ci confermano che riescono a gestire meglio l’assortimento e lo stock in funzione della domanda”.
In questi mesi, sebbene aiutate dagli incentivi, le immatricolazioni sono rallentate dalla scarsità di prodotto che esce dalle catene di montaggio per la mancanza di microchip. Ci sono clienti che non intendono aspettare e si rivolgono alle offerte di usato fresco. È una spiegazione della forte domanda di usato, che però non sarebbe corretto sopravvalutare, poiché in un mercato di sostituzione quasi sempre il cliente ha già un’auto e in molti casi può attendere tempi un po’ dilatati per avere la nuova. Inoltre, anche se i due segmenti, compratori del nuovo e dell’usato, non sono più due silos com’era fino a uno o due decenni fa, resta pur sempre una certa separazione. Anche perché il ciclo di sostituzione dell’auto nuova, il cosiddetto primo passaggio, è intorno a 7/8 anni e pare poco verosimile che un automobilista voglia scendere dalla sua auto per salire su una usata di appena qualche anno più giovane. No, sarebbe riduttivo non cercare altre cause dietro una domanda di usato così tonica.
In generale, il prodotto usato fino a dieci anni è spesso molto valido da tanti punti di vista. Nasceva dotato delle ormai minime dotazioni di confort e sicurezza: vari airbag e barre antintrusione, sistema di collegamento con lo smartphone, navigatore, solo per citarne alcuni. I motori sono di ultima generazione, al più tardi Euro5, con emissioni contenute.
In aggiunta, si tratta di veicoli spesso ben tenuti e in buono stato, grazie alla diffusione della manutenzione preventiva e all’elettronica di bordo che da anni segnala i valori fuori standard, prima di arrivare al guasto.
La diffusione delle piattaforme online ha fatto il resto. Da un lato, ampliando enormemente le occasioni di incontro tra domanda e offerta, facendo trovare anche ai compratori incerti verso l’usato la vettura giusta. Dall’altro, favorendo l’adozione di informazioni e parametri standard e le coperture di garanzia sul prodotto.
In ultimo, non si può considerare l’impatto del disorientamento che circola tra i clienti verso le vetture nuove. Tante innovazioni, alcune annunciate e altre proposte, che fanno sorgere anche degli interrogativi. Sulla tenuta del valore per alcune soluzioni, sulla reale praticabilità di altre, sui consumi e su altre funzioni ritenute essenziali.
L’auto resta un acquisto impegnativo per le persone ed è normale che cerchino rassicurazioni e abbiano un’apertura verso le innovazioni graduale e limitata. Del resto, il marketing insegna che la gente compra ciò che desidera e desidera ciò che conosce. Non sorprende allora se più di qualcuno preferisce oggi orientarsi verso un buon usato, in attesa di avere un quadro più nitido di cosa possa essere l’auto di domani.
Il risultato di questa domanda di usato è l’aumento delle sue quotazioni. InterAutoNews ogni mese pubblica la rilevazione dei valori medi delle vetture usate presso le concessionarie. Rispetto al 2019, quando la media era di 8.400 euro, quest’anno il valore è arrivato a 9.700 euro, con un apprezzamento del 15%. “Posso confermare – prosegue Papale – che molti nostri clienti che abbiamo per anni sostenuto finanziariamente per l’acquisto di un’auto nuova adesso ci sottopongono domande relative a vetture usate fresche e di livello anche medio-alto”.
A mercato costante, il valore avrebbe dovuto essere addirittura inferiore a quello di due anni fa. Infatti, a causa del lockdown nel 2020 le transazioni sono state inferiori di oltre 400.000 veicoli. Queste vetture, che divengono oggetto di transazione un anno dopo, portano con sé la relativa svalutazione, di tempo se non di chilometri. In un mercato libero dove domanda e offerta sono tenute in equilibrio dal prezzo, valori tanto più alti significano appunto solo una domanda molto superiore all’offerta.