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Usato più resiliente del nuovo: ecco perché

Nel primo semestre del 2020 ha perso il 31% ma sta già regalando segnali di rimbalzo

Al giro di boa del primo semestre del 2020 il mercato delle auto usate segna -31%.  Un crollo forte ma, se inquadrato nel tremendo stop imposto dal lockdown, dobbiamo concludere che l’appetito di cambiare la macchina non sia del tutto scomparso, anzi.

L’analisi dei mesi mostra una domanda tutto sommato poco distante da quella dello scorso anno, salvo ovviamente il fermo dall’11 marzo ai primi di maggio.

Nel dato di giugno va letto anche un effetto rimbalzo dei mesi precedenti, che presumibilmente spiegherà la sua forza anche a luglio e magari a settembre.

Tutto sommato, sembra emergere una domanda molto più resiliente rispetto a quella per le vetture nuove, determinata da due grandi differenze.

  • Dal lato dell’offerta, sull’usato non ci sono le pressioni derivanti dalle fabbriche. Il prodotto viene “fabbricato” dai privati che decidono di cambiare auto e dai noleggiatori che rinnovano la flotta.

  • Dal lato della domanda, non c’è l’incertezza sulla motorizzazione da acquistare, diesel sì/no, ibrida o solo termica. Chi si rivolge all’usato non cerca la novità ma un prodotto ben conosciuto e consolidato. Dunque è distante dalle oscillazioni legate alla comunicazione ondivaga dei costruttori.

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