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E-commerce e Covid-19: il futuro che possiamo aspettarci

Secondo Netcomm il settore crescerà del 55% nel 2020. Da gennaio a oggi si contano già 2 milioni di nuovi consumatori online in Italia, il triplo dello scorso anno

Il lockdown dovuto all’epidemia di Covid-19 è riuscito ad accelerare in maniera esponenziale il processo di digitalizzazione iniziato da qualche anno: dall’inizio dell’emergenza, in un solo mese, si è registrato un salto evolutivo verso il digitale di ben 10 anni.

Le abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori italiani si sono spostati a favore dell’e-commerce, che ha garantito continuità di servizio per numerose attività e per i cittadini. Dall’inizio dell’anno a oggi infatti si contano 2 milioni nuovi consumatori online in Italia, per un totale di 29 milioni.

Di questi nuovi consumatori digitali ben 1,3 milioni sono da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19.

LE BUONE NOTIZIE

Un numero impressionante se si pensa che negli stessi mesi dello scorso anno (da gennaio a maggio 2019) si registravano 700.000 nuovi consumatori online. 
Sono queste le principali evidenze riscontrate da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano che ha presentato le novità e le prospettive del settore durante il Netcomm Forum Live ospitato il 6 e il 7 maggio 2020 su piattaforma digitale.



Secondo Netcomm, con l’impatto dell’epidemia è l’e-commerce il settore che nel 2020 crescerà di più a livello mondiale, fino a +55%.

Gli altri settori in crescita saranno il modern food retail (fino a +23%) e la vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici (fino a +15%).

In generale, sebbene alcuni settori siano stati colpiti più duramente di altri anche online (come quello del fashion&lifestyle), il 77% dei merchant online ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti durante questa fase di emergenza sanitaria.


LAVORARE SULL'OMNICANALITÀ

“Un modello che ha preso piede in Italia in questi quasi due mesi di lockdown è il proximity commerce”, ha spiegato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, “che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. Tuttavia” prosegue Liscia, “rimane ancora bassa la diffusione di due tendenze: la logica omnicanale e la gestione smart dei negozi tramite app che consentano ai consumatori di localizzare lo store più vicino, pagare, ricevere sconti e programmi fedeltà”.

Dall’analisi condotta da Netcomm su circa 280 insegne che rappresentano 46.000 punti vendita, risulta infatti che solo il 79% possiede un canale e-commerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online.

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