“Non ce lo aspettavamo ma dalla riapertura post lockdown, le persone sono tornate nei negozi di arredamento”. A dirlo è Mauro Mamoli, presidente di Federmobili.
Il sentiment degli ultimi due mesi, infatti, è moderatamente positivo per il settore che Mamoli rappresenta.
La lunga permanenza in casa abbinata alle nuove esigenze del lavoro a distanza stanno spingendo gli italiani a fare cambiamenti e dunque a tornare a comprare mobili e arredi.
Ma la domanda che tutti i retailer si stanno facendo e che anche Mamoli fa propria, è: quanto durerà? Cosa succederà in autunno quando sarà più chiaro l’impatto della crisi economica che il Covid-19 si sta portando dietro?
“Oggi gli italiani sono tornati nei negozi consapevoli di poter usufruire di vecchi bonus, come il bonus mobili o quello sulla ristrutturazione” spiega Mamoli. “Al contrario sulla riqualificazione energetica il problema adesso è che nonostante gli annunci fatti sugli incentivi gli investimenti restano bloccati perché non ci sono ancora le indicazioni operative su come applicarli. E questo anzichè dare la spinta sperata al settore per ora lo sta bloccando. È necessario fare presto altrimenti l’effetto, a cascata, potrebbe raggiungere anche il nostro comparto”.
LO STUDIO CASADOXA 2020
Il problema in prospettiva rimane, ma per ora le premesse sembrano buone. Lo testimonia anche l’ultimo Osservatorio CasaDoxa che nella sua edizione sul 2020 appena presentata con l’obiettivo di registrare i cambiamenti in atto nelle case degli italiani nei mesi di lockdown e di avvio della Fase2, mette nero su bianco il momento positivo per il settore.
Quello che è emerso dalle oltre 10 mila interviste effettuate è che il lockdown ha prodotto una visione della casa come luogo hub delle attività di tutti i componenti della famiglia e ha agito come un acceleratore incredibile di cambiamenti già in atto.
A partire dai mesi di lockdown (e sarà così ancora molto a lungo) a cambiare è stata la frequentazione della casa “a ciclo continuo”, in ogni momento della giornata e per tutti i tipi di bisogni di tutti i componenti della famiglia.
E questo ha generato la necessità di dotarsi di una strumentazione tecnologica idonea sia alle nuove esigenze di lavoro sia di didattica a distanza.
QUALI INTERVENTI FARE
È così che il 58% degli italiani ha dichiarato di essere pronto ad agire in qualche modo sulla propria abitazione per poter meglio conformarla alle nuove esigenze: il 46% farà interventi sulla casa di proprietà mentre il 12% ha intenzione proprio di cambiarla.
Nel valutare quali interventi fare, il 46% degli italiani non pensa solo a migliorare le dotazioni tecnologiche (16%) o l’efficienza energetica (11%) bensì la maggior parte punta a ripensare gli arredi (22%), a migliorare l’organizzazione degli spazi (20%) e a ristrutturare una o più stanze (17%).
COSA CERCA CHI VUOLE UNA CASA NUOVA
Del 12% che invece vuole cambiare casa, va evidenziato prima di tutto che si tratta di una percentuale maggiore rispetto a quella che aveva espresso lo stesso tipo di desiderio sia nel 2018 che nel 2019 e che, in entrambi gli anni, era pari al 7%. Significa una crescita del 71% anno su anno.
Di questo 12%, il 70% pensa a un nuovo acquisto, e il 30% a un affitto.
Ma cosa cercano gli italiani? Cercano una casa più grande, con una diversa organizzazione degli spazi e con uno sfogo esterno che sia terrazzo o giardino; se possibile la cercano in edifici sostenibili e dotati di servizi e in zone con presenza di verde e negozi di vicinato.
L’obiettivo è migliorare la qualità della vita: non a caso chi cerca una nuova abitazione al 61% chiede di spostarsi in edifici nuovi o riqualificati. Nel 2019 era il 53% e nel 2018 solo il 39%.