Il 2019 restituisce una fotografia del rent-a-car apparentemente in salute, mentre invece sottotraccia sono continuati gli squilibri che da anni caratterizzano questo settore, figli di una politica di debolezza con i forti e forza con i deboli.
È cresciuto il business con i broker, con i noleggiatori a lungo termine e con i clienti corporate, che sono i canali che pagano meno.
Se per il lungo termine il prezzo basso può trovare una compensazione nella durata media elevata, che indubbiamente genera efficienze, non è positivo che il prezzo verso i clienti corporate, già basso, sia ulteriormente calato.
All’opposto, la flessione del business con i clienti diretti, che pagano meglio e di più, non può non essere associata a un pricing già alto che nel corso del 2019 si è ulteriormente apprezzato.
Gli operatori hanno messo in campo ogni strumento per assorbire gli effetti di tali politiche commerciali eccessivamente aggressive, gestendo la flotta in maniera ottimale. Hanno anche beneficiato della bonanza in atto nel noleggio dei furgoni, in crescita come volumi e come durate, grazie alla domanda della logistica legata all’ecommerce.