filippo falcin
Filippo Falcin, responsabile marketing di Evolvere

Evolvere, dove si incontrano sharing e green economy

L'azienda, B Corp oggi di proprietà Eni, possiede e gestisce 10.000 piccoli impianti fotovoltaici con l'obiettivo di creare una comunità per gestire al meglio la produzione energetica

Il prosumer, ovvero il consumatore domestico che produce attraverso fonti rinnovabili e consuma la propria energia elettrica, condividendo in rete la quota in eccesso rispetto ai propri bisogni. Ma anche il mondo del business, da sempre molto attento all’efficienza. Sono questi i profili a cui si rivolge Evolvere, azienda partner di Agos che possiede e gestisce oltre 10mila impianti fotovoltaici di piccola taglia su tutto il territorio nazionale.

Una sorta di “comunità energetica” dove ogni membro, acquistando un impianto fotovoltaico dall’azienda o affidandone la gestione, apporta il proprio contributo, come nei migliori modelli di sharing economy.

Evolvere, 29 milioni di fatturato nel 2019, ha sviluppato un business che guarda da sempre alla green economy, come tracciato nel futuro dei piani strategici di singoli Stati e dell’intera Unione Europea.

“È una società che vuole sviluppare in Italia una rete intelligente di prosumer possessori di impianto fotovoltaico e sistema di accumulo, con la finalità di gestire questo network nell’ottica del maggior efficientamento e rendimento” ci spiega Filippo Falcin, responsabile marketing di Evolvere che abbiamo raggiunto per questa intervista. “Stiamo portando avanti iniziative di sviluppo tecnologico per sperimentare e essere pronti a quello che la UE sta facendo diventare realtà: la creazione di comunità energetiche in cui ogni consumatore è parte di un sistema sinergico, che punta all’autonomia e alla sostenibilità”.

Vi definite una Benefit corporation. Cosa significa?
Essere una B Corp significa porsi degli obiettivi di anno in anno che vanno oltre il profitto e che generano un impatto positivo sulle persone, sulla collettività e sull’ambiente: dalla divulgazione informativa al distribuire valore, al generare una serie di iniziative di carattere sociale e ambientale che la collochino in un contesto virtuoso.
Sono poche le aziende che hanno ottenuto questa prestigiosa certificazione, che viene rilasciata su una base di calcolo complessa che valuta gli impatti positivi verso l’ambiente e gli stakeholder, tra i quali anche i dipendenti. È un percorso importante che abbiamo iniziato nel 2017 e ora siamo in fase di rinnovo della certificazione. Inoltre dal 2019 siamo diventati anche una Società Benefit, come previsto dalla legislazione italiana.

A cosa serve ai fini del business?
La finalità è quella di generare e innescare un cambiamento positivo nel modo di fare azienda, sicuramente non rinunciando agli utili ma perseguendoli in modo diverso. Lavorando da sempre nel settore delle rinnovabili e nella tecnologia applicata all’ambiente, va da sé che avviare questo tipo di iniziative è intrinseco al nostro modo di fare business. Con la particolarità che essere B Corp e Società Benefit è generalmente più semplice per imprese di piccole dimensioni. Noi siamo tra le aziende più grandi ad avercela fatta.

È un biglietto da visita…
Permette sicuramente di fare rete per collaborare con altre B Corp sui tavoli di discussione nazionali e internazionali e a far valere le nostre specificità e qualità nelle iniziative legate alle rinnovabili da portare avanti insieme. Distinguersi in questa direzione ha un valore anche per il mercato. E il mercato ce lo riconosce.

A gennaio, appena prima del lockdown, siete stati acquisiti da Eni che vi controlla al 70%. Cosa è cambiato?
Abbiamo unito le nostre competenze e la nostra esperienza in campi diversi, tra loro complementari, con una unica visione strategica, ereditando la notorietà di una grande e storica azienda italiana, presente in tutto il mondo. Essere parte di un brand così rilevante significa anche aver acquisito un’importante credibilità sul mercato che oggi si rileva ancor più determinante.

Si riferisce al decreto rilancio e al bonus 110%?
Anche. Nell’ambito di questo progetto la credibilità del soggetto interlocutore è centrale. Con il super bonus si può cedere il credito di imposta alla società che fa l’intervento che deve essere svolto a regola d’arte perché possa essere ottenuto. Dunque la serietà e la credibilità delle imprese che lo realizzano è fondamentale.

Parliamo proprio del bonus 110%. Qual è il suo giudizio su questo provvedimento?
È indubbiamente un’opportunità enorme per far ripartire il business e tutta la filiera di soggetti che vi operano intorno. Sarà un’ottima leva per la ripresa.

I volumi di richieste sono già molto elevati…
Sì e cresceranno ancora. Sono convinto che si arriverà anche ad un mercato stabile se il bonus dovesse essere confermato anche oltre il 2021. Il che sarebbe auspicabile: per i consumatori, per le aziende di tutta la filiera delle costruzioni e dell’energia rinnovabile, per il Paese.

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