Arredamento: massima integrazione tra canale fisico e touch point digitali

Il 78% dei clienti compra sia online che offline. Nel 2020 c’è stato il 31% in più di ricerche in rete sul settore. L’e-commerce è cresciuto di 600 milioni. Ma il negozio resta importante. Per questo è necessario usare più canali con funzioni diverse. Ecco i dati Google Italia presentati durante il webinar “L’evoluzione digitale al servizio del negozio” organizzato da Agos con Google, Kiki Lab e Federmobili

Come sta andando il mercato dell’arredamento?
Cosa ci suggerisce il motore di ricerca di Google sulle tendenze in atto nel settore?
Quali sono i modelli di integrazione tra online e offline che possono offrire spunti interessanti per una crescita omnicanale del business?
Come Agos sta lavorando per i suoi partner per essere vicino al cambiamento e sostenerli con un’offerta rinnovata di prodotto? 
Sono stati questi i temi principali affrontati del Webinar “L’evoluzione digitale al servizio del negozio” organizzato da Agos il 28 giugno con la partecipazione di Google Italia, della società di consulenza internazionale Kiki Lab e di Federmobili.

UN MERCATO IN RIPRESA

A fare il punto sul mercato è stato Mauro Mamoli, presidente di Federmobili che ha presentato la ricerca condotta a marzo del 2021 su 480 rivenditori. I dati principali parlano di un calo di fatturato medio nel 2020 del 5,94% (un dato che viene valutato come molto positivo considerato che la media della variazione di consumi interni di mobili è stata dell’8%), e una variazione percentuale attesa per la fine del 2021 del +7,6%.

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Dunque le prospettive sono buone. Ma quello che Mamoli ha chiaro è che la sfida per il futuro del settore non è tanto nel fatturato, quanto nell’adeguare le modalità di porsi verso il cliente alla luce dei cambiamenti generati dalla pandemia nelle modalità di acquisto. “Nel nostro comparto la presenza fisica continua a essere importante, non se ne può fare a meno. Il futuro dell’arredamento, dunque, non è nell’e-commerce puro ma è in una migliore integrazione tra canale fisico e touch point digitali”.

I NUMERI DI GOOGLE ITALIA

Ed è proprio su questo punto cardine che Simone Zucca, director retail e finance di Google Italy, ha basato il suo intervento. “L’esperienza in negozio resta e resterà importante ma i rivenditori di arredamento devono cambiare pelle e approccio, integrarsi con il digitale, usandolo in modo più intelligente e riuscendo a mantenere forte la relazione con il cliente quando è fuori dal punto vendita”, ha spiegato. “Serve quindi non tanto un’alternanza tra canali ma un’integrazione tra loro” partendo dal presupposto che le ricerche fatte su Google e relative al settore sono cresciute del 31% anno su anno (2020 su 2019). I consumatori in rete cercano ispirazioni, idee, diverse tipologie di offerta. Rispetto al periodo pre Covid-19 la parte online oggi è esperenziale, di engagement, non funzionale. L’acquisto resta ancora per lo più in negozio. Ma questo significa che è necessario usare più canali per obiettivi diversi.

I NUOVI STEP POINT

È indubbio che oggi almeno la prima fase di acquisto, ovvero la ricerca di prodotti e dei luoghi dove comprarli, avvenga online. Ma c’è di più. “Dai nostri dati emerge come il 78% dei clienti del settore arredamento comprano sia online sia offline cercando l’opzione migliore. Per questo coinvolgerli in rete è sempre più importante” ha aggiunto Zucca.

Anche perché oggi il percorso di acquisto del consumatore medio è diventato molto più complesso e meno lineare che in passato. “Per quanto parta sempre dallo stimolo ricevuto da un’interazione con qualcuno o da un’informazione pubblicitaria e si concluda con l’operazione di acquisto, non si tratta più di una relazione diretta e lineare tra informazione ricevuta e punto vendita. A essere mutata è la fase centrale del processo che oggi prevede uno step di esplorazione (si cercano alternative con il digitale, si accumulano informazioni, si confrontano diverse offerte) e poi di valutazione (si riducono le opzioni interessanti e le si valutano). “Si sono moltiplicati i punti di contatto intermedi offline e online, sono nati nuovi step point che si sono inseriti nel processo di acquisto”.

OMNICANALITÀ AL CENTRO

Il Covid-19 in pochi mesi ha infatti cambiato tutto il contesto: ha accelerato l’evoluzione dell’e-commerce, ha spinto l’esperienza omnicanale, ha incentivato l’uso di video streaming e sempre più consumatori usano il digitale per farsi venire nuove idee. Lo dimostrano i numeri dell’analisi di Google Italia. L’e-commerce per esempio è cresciuto dell’89% tra il 2020 e il 2019 per un valore aggiuntivo di oltre 5,5 miliardi di euro e ha interessato in primis l’alimentare (+1,1 miliardi) ma anche l’arredo (+0,6 miliardi). Un dato importante in un periodo così breve.
Inoltre analizzando le ricerche fatte su Google in Italia nel 2020 si registra un +368% per le consegne a domicilio, un +117% per il click and collect e un +362% per il virtual tour: un segnale chiaro di come stiano cambiando le modalità di consumo in ottica omnicale.
Impressiona anche il boom dei video streaming: il tempo trascorso su Youtube nel 2020 è aumentato dell’80%. I dati sono riferiti al mercato americano ma sono comunque indicativi di una forte tendenza in corso anche da noi. Il 70% dei consumatori nel 2020 ha comprato brand conosciuti su Youtube, il 63% degli online shopper vogliono comprare i prodotti restando a casa e in Italia, durante la pandemia, il 37% di chi ha acquistato prodotti per la casa lo ha fatto online, segno che si sta vivendo un momento epocale di grande cambiamento da cavalcare con un’integrazione sempre maggiore in ottica omnicanale.

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