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Noleggio a lungo termine: luci e ombre del primo semestre del 2020

Il fatturato del settore è cresciuto del 3% nonostante il Covid. Ma le immatricolazioni sono scese del 40%. Ecco il perché di questa contraddizione solo apparente

Il fatturato positivo registrato nel primo semestre dell’anno dal settore del noleggio a lungo termine (nella tabella in fondo tutti i numeri con il confronto 2002/2019) è dovuto alla natura stessa del servizio: la fatturazione dei canoni di noleggio è mensile, automatica e non si è arrestata durante il Covid.

Il fatturato del comparto ha poi beneficiato di un incremento della flotta circolante dell’8%, che in valore assoluto si traduce in oltre 66.000 veicoli in più rispetto a giugno 2019.

Invece, l’impatto del Covid è evidente se guardiamo le immatricolazioni: quasi 65.000 auto in meno immatricolate rispetto allo stesso periodo del 2019, -40% che diventa -73% se restringiamo il confronto ai mesi del lockdown, marzo-aprile e maggio.

L’apparente contraddizione (più flotta e meno immatricolazioni) si spiega con l’allungamento dei contratti in scadenza, sollecitato dai clienti e favorito dagli operatori, per evitare che le vetture in rientro rimanessero invendute per diverso tempo, non generando fatturato, anzi perdendo valore nelle quotazioni dell’usato.

Il mancato ricambio della flotta e la chiusura forzata dei centri di vendita dell’usato hanno condizionato moltissimo le vendite di usato dei noleggiatori, il cui fatturato nei primi 6 mesi è stato pari a 848 milioni di euro, 313 milioni in meno rispetto al 2019 (-27%).

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