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Per l’arredo bene il mercato interno. Segnali di cedimento dall’export

Alla vigilia dell'apertura di Moa Casa un punto sull'andamento del settore le cui vendite crescono del 22,2% ma in cui non mancano preoccupazioni per il 2023

Sarà una settimana importante quella che si apre il 29 ottobre a Roma. Torna Moa Casa, la fiera dell’arredamento, il secondo appuntamento più importante dell’anno insieme al Salone del Mobile di Milano in cui non si ha solo la possibilità di vedere e toccare con mano le nuove tendenze nell’arredamento per il settore casa e uffici proposte da tutto il panorama dell’industria dell’arredo presente in Italia, ma anche di fare il punto sullo stato di salute del settore alla luce della congiuntura macroeconomica in corso.

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IL NODO DELL'EXPORT

Il punto di domanda è tutto sulla seconda parte dell’anno con le incognite dettate dall’andamento dell’economia, minacciata anche (ma non solo) dal conflitto russo-ucraino. Finora il settore dell’arredamento non ha conosciuto crisi. Secondo i dati Confartigianato, il settore del legno e mobili si è rivelato particolarmente resiliente nel corso della pandemia, grazie all’apporto di 37 mila micro e piccole imprese di cui 28 mila artigiane. 
Secondo i dati del Centro studi FederlegnoArredo nel primo semestre dell’anno le vendite della filiera sono cresciute del 22,2% tra mercato interno (+26,7%) ed esportazioni (+16,3%). Ma è proprio questa seconda parte del mercato a iniziare a impensierire. Il dato è indubbiamente positivo ma meno che in passato.

Lo confermano anche i numeri Istat che parlano di una minore dinamicità dell’export che per la filiera segna un +18,4% nel primo semestre del 2022 rispetto al primo semestre del 2021, a fronte di un primo trimestre a +21,3% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente e a un secondo trimestre a +16% rispetto all’anno precedente, con una perdita in questo caso di 5 punti percentuali rispetto al periodo gennaio-marzo.

Il mercato interno è trainato ancora bene dai bonus in vigore (dal 110% alle ristrutturazioni) che stanno comunque incentivando gli investimenti da parte delle famiglie, mentre il mercato esterno è soggetto maggiormente alle difficoltà congiunturali. A iniziare a soffrire un pochino, fa sapere FederlegnoArredo in un suo comunicato) sono i macro sistemi dell’arredamento e dell’illuminazione che esportano per oltre il 50% della produzione, i cui ricavi nel primo semestre sono cresciuti del 15,5%, dunque meno del 22,2% registrato dalla filiera nel suo complesso.

L'AUMENTO DEL COSTO DELLA MATERIA PRIMA

Capire come si chiuderà l’anno non è semplice. La percezione degli imprenditori è di un progressivo rallentamento rispetto al 2021 che arriva di pari passo con un incremento dei costi delle materie prime che inevitabilmente andranno a incidere sui risultati di fine anno. Sempre in una nota rilasciata da FederlegnoArredo, il presidente Claudio Feltrin ricorda come l’indice Istat dei prezzi alla produzione dell’industria evidenzi  come “l’aumento dei prezzi per il legno, in particolare per i pannelli, è del 31% nei primi tre mesi del 2022 rispetto al 2019, e, anche se in misura meno marcata, dell’11% per i mobili e del 4% per l’illuminazione”.
Si dovrà in sintesi capire quanto dell’aumento registrato nel valore delle vendite sarà dovuto ad aspetti quantitativi o all’incremento dei prezzi, dovuto a sua volta all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Oltre a testare se le famiglie saranno ancora in grado di programmare e tenere in conto spese per l’arredamento anche nel 2023.

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