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Quale futuro per l’efficienza energetica nelle case italiane

Le modifiche ai Bonus, l'introduzione di tetti di reddito alle detrazioni, gli obiettivi della Direttiva Case green. perché l'Italia ha bisogno di incentivi strutturali e di prodotti di finanziamento a supporto delle famiglie

Recentemente l’Agenzia delle Entrate ha fatto il punto sulle novità introdotte dalla legge di Bilancio 2025 in materia di bonus edilizi. Era il momento, data la confusione che regnava sul mercato e che non aiutava i consumatori nelle loro scelte. Con la fine del Superbonus, infatti, e l’introduzione di limiti di reddito per le detrazioni fiscali, molti si sono interrogati sul futuro degli interventi per rendere le abitazioni italiane più efficienti dal punto di vista energetico. Interventi necessari anche in funzione di quanto disposto dalla Direttiva Ue sulle case green che impone di abbattere le emissioni inquinanti del patrimonio immobiliare degli stati membri.

Secondo una recente indagine dell’istituto di ricerche Eumetra, oggi solo il 13% delle case degli italiani può essere considerato davvero “efficiente” dal punto di vista energetico. Una quota ancora troppo bassa, ma frutto degli investimenti incentivati proprio dal Superbonus.


E ora che il Superbonus non c’è più? Senza contributi pubblici strutturali e il supporto finanziario adeguato per le famiglie, molti proprietari potrebbero rinunciare a lavori di ristrutturazione adeguati. Superbonus a parte, gli incentivi non mancano ma sono meno generosi che in passato. Vediamoli.

ECOBONUS E SISMABONUS

Come stabilito dalla legge di Bilancio 2025, le detrazioni fiscali per interventi di recupero e miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio, Ecobonus, Bonus Ristrutturazioni e Sismabonus sono prorogate fino al 2027, con aliquote maggiorate solo per i proprietari (o titolari di diritti reali di godimento) nel caso in cui l’immobile sia adibito ad abitazione principale. In questo caso, per la “prima casa” lo sconto fiscale sale al 50% (al posto del 36%) per le spese sostenute quest’anno e al 36% (anziché 30%) per quelle affrontate negli anni 2026 e 2027.

La detrazione resta quella più elevata anche se l’immobile è adibito a dimora abituale di un familiare del contribuente (coniuge, parente entro il terzo grado e affini entro il secondo). Per usufruire dell’agevolazione maggiorata, che spetta anche per gli interventi realizzati sulle pertinenze come garage e cantine, è necessario che l’immobile venga adibito a prima casa alla fine dei lavori.



Nell’ambito dell’Ecobonus e del Bonus ristrutturazioni nel 2025 continueranno a essere incentivati gli interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti: tra questi ci sono la sostituzione degli infissi, l’installazione di caldaie a condensazione, pannelli solari termici o cappotti termici. Anche in questo caso, la detrazione sarà del 50% se si tratta di prima casa o del 36% per le seconde case. Queste aliquote per il 2026 e il 2027 scenderanno rispettivamente al 36% e al 30%.

IL CONTO TERMICO

Infine, c’è il Conto Termico, che non è una detrazione fiscale ma un incentivo diretto erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). È pensato per chi installa pompe di calore, caldaie a biomassa, sistemi solari termici o per interventi di isolamento termico. Lo stanziamento annuo è di circa 900 milioni di euro, e il rimborso può arrivare direttamente sul conto corrente entro pochi mesi, rendendolo un’opzione interessante soprattutto per la Pubblica Amministrazione e le famiglie più sensibili ai tempi di rientro economico.

LE AGEVOLAZIONI E IL TETTO AL REDDITO

Quello che cambia, e che è importante, è l’introduzione a partire dal 2025 di tetti massimi di detrazioni complessive per chi ha un reddito compreso tra 75.000 e 100.000 euro e superiore a 100.000 euro, considerando anche eventuali figli a carico. Le detrazioni massime consentite oscillano tra 14.000 e 8.000 euro. Il che riduce sensibilmente la forza degli incentivi per queste categorie di consumatori contribuenti italiani.

OBIETTIVI EUROPEI: LA SFIDA DELLE “CASE GREEN”

La direzione da seguire è comunque chiara, anche a livello europeo.

Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il 52% del risparmio energetico totale da qui al 2030 dovrà arrivare proprio dagli edifici residenziali. E con la nuova “Direttiva Case Green”, Bruxelles chiede agli Stati membri un impegno ancora più forte: entro il 2030, la maggior parte degli immobili in classe energetica G – circa il 43% del patrimonio edilizio italiano – dovrà essere riqualificata.

Raggiungere questi obiettivi richiederà investimenti stimati tra i 170 e i 190 miliardi di euro, una cifra enorme che lo Stato non potrà coprire da solo. Servono incentivi mirati, accessibili e duraturi, capaci di coinvolgere famiglie e imprese in un percorso condiviso.

Il report di Eumetra ci aiuta in un’analisi attenta. Oggi il Governo sta cercando di costruire un nuovo equilibrio attraverso il PNRR, il PNIEC e il Piano Strutturale di Bilancio. Parte delle risorse (il 39% del PNRR) è dedicata alla transizione ecologica, e ulteriori fondi arriveranno dal programma europeo REPowerEU, per un totale di circa 66 miliardi di euro. Le priorità includono la digitalizzazione del catasto energetico, la semplificazione dei Certificati Bianchi, la riforma degli attestati di prestazione energetica (APE) e una nuova regolamentazione per favorire interventi nei condomini. Anche l’edilizia pubblica sarà coinvolta, con interventi su oltre 200 milioni di metri quadri da riqualificare nei prossimi anni.

IL BISOGNO DI INCENTIVI STRUTTURALI E ACCESSIBILI

Le imprese del settore energetico chiedono incentivi più chiari e stabili. Alcuni operatori propongono il rilancio di un Conto Energia per il fotovoltaico, incentivi all’autoconsumo e un vero sostegno alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), considerate strumenti più trasparenti ed efficaci rispetto al Superbonus.

Quello che è certo è che il futuro dell’efficienza energetica in Italia dipenderà dalla capacità di passare da una stagione di incentivi straordinari a una fase più strutturata e accessibile con una visione di lungo termine che coinvolga cittadini, imprese e istituzioni in un progetto comune di trasformazione sostenibile. Oltre al supporto, con strumenti di finanziamento adeguati, alle spese che le famiglie devono sostenere. 
In questo scenario Agos ha studiato AGOS ONE, un finanziamento per i lavori di efficientamento energetico che consente di dilazionare il 50% della spesa in dieci rate annuali (Qui tutte le informazioni).

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