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Il numero di bici vendute nel 2020 secondo i dati Ancma

Biciclette: nel 2020 il Covid-19 spinge le vendite

I dati ANCMA indicano una crescita del 17% a oltre 2 milioni di pezzi venduti

A giugno dello scorso anno Piero Nigrelli, direttore Ciclo di Ancma/Confindustria ce lo aveva anticipato: la crescita delle vendite di biciclette che già solo tra maggio e giugno del 2020 era stata del 60% (da 340 a 540 mila pezzi), sarebbe durata tutto l’anno dovuta non tanto (e non solo) agli incentivi previsti dal Decreto Rilancio approvato in quei mesi (60% di rimborso del costo di una bicicletta fino a un massimo di 500 euro) quanto al lockdown dovuto all’epidemia da Covid-19.


→ Leggi qui l’intervista a Nigrelli


Questo, secondo Nigrelli, faceva presagire a una crescita costante durante l’anno perché la bicicletta era sembrata da subito come il mezzo che consentiva meglio lo spostamento da casa senza dover prendere mezzi pubblici oltre che come lo strumento che consentiva di fare attività aerobica e che faceva stare bene in un periodo di blocco delle attività sportive.

IL RECORD

E così è stato: i dati comunicati da Ancma e relativi a tutto il 2020 confermano quanto era stato evidenziato meno di un anno fa: nell’anno sono stati oltre 2 milioni i pezzi venduti, il 17% in più del 2019.

È un risultato da record che l’associazione di Confindustria associa solo a quello dei primi anni ’90 quando l’avvento del fenomeno delle Mountain bike aveva avuto un effetto moltiplicatore sugli acquisti delle due ruote.

Nel 2020, in particolare, sono stati venduti 1,73 milioni di bici tradizionali (+14%) e 280 mila ebike (+44%) per un totale di 2.010.000 pezzi acquistati presso i negozi di prossimità dei rivenditori delle circa 250 imprese italiane del settore, pmi che non hanno sentito la crisi.
Sebbene tutto il comparto delle biciclette sia un comparto “green”, al suo interno quello delle bici a pedalata assistita resta minimale ma comunque in crescita: da 50 mila pezzi annui del 2015 ai 280 mila del 2020.

Come anticipato da Nigrelli a suo tempo e come confermato oggi da Paolo Magri, presidente di Ancma, le conseguenze della pandemia sono una delle ragioni di questo boom di vendite tra necessità di muoversi in distanziamento, desiderio comunque di libertà e benessere e anche di sostenibilità ambientale.

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