Le due ruote non sono state urtate troppo forte dalla pandemia, anzi addirittura aiutate, e continuano a raccontare una bella storia, fatta sia di scelte intelligenti sia di vera passione.
“Il 2020 era cominciato con proiezioni di crescita interessanti, ma poi è arrivato il lockdown a stravolgere tutto. Però alla riapertura c’è stata subito la ripresa. Gli scooter hanno beneficiato della necessità del distanziamento nella mobilità urbana, mentre le moto hanno intercettato una voglia di ripresa, quasi di rivincita” – afferma Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria-ANCMA, l’associazione dei costruttori, e da anni voce autorevole del settore. “Anche nel primo trimestre di quest’anno i numeri sono stati buoni, addirittura rispetto al 2019, che noi teniamo come riferimento. Insomma, direi che gli operatori hanno subìto la crisi ma sono riusciti a controllarla”.
Valerio Papale, direttore automotive di Agos, finanziaria leader assoluta nelle due ruote, conferma e aggiunge una lettura economica: “Sappiamo dalla nostra rete che i clienti si sono rivolti allo scooter in cerca di sicurezza nel commuting urbano, che è la principale funzione dello scooter, per evitare i mezzi pubblici e stare tranquilli sul fronte pandemia, mentre dietro la domanda crescente di moto assistiamo a un vero ritorno di fiamma. Aggiungo che l’offerta si è fatta trovare pronta, con prodotti di ingresso anche molto alla portata, assistiti da ottime promozioni, per cui con una spesa di pochi euro al mese si riesce a disporre di un mezzo di mobilità per il lavoro sostenibile anche economicamente.”
Scooter e moto sono in effetti due mondi diversi. Il primo risponde a esigenze precise di mobilità urbana, dove la moto sarebbe meno funzionale e più stancante. La moto è uno sfizio, un bel giocattolo che per tanti diventa una vera passione, sinonimo di gite fuori porta con “buone curve”. Ma il mondo è fluido, come ci ricorda Caliari: “C’è chi ha in garage uno scooter per tutti i giorni affianco a una moto per il tempo libero, ma ci sono pure scooter con prestazioni da moto e infine persone che dallo scooter passano alla moto”.
I costruttori stanno andando incontro a chi voglia salire su una moto, con una vasta offerta di prodotti non esasperati e a prezzi accessibili. “Affianco a brand che offrono prodotti importanti – è sempre Caliari che parla – c’è un’offerta per chi non vuole spendere tanti soldi, moto tra sei e ottomila euro che invogliano a togliersi lo sfizio anche per andare in ufficio, invece dello scooter. Certo, la moto deve essere bella perché se è brutta non la vendi. Detto questo, il successo del segmento delle medie cilindrate, 500 e 600, funziona perché ha un rapporto costo/beneficio positivo e continuerà a tirare. Un prodotto con buone prestazioni a costi inferiori è vincente.”
Non stiamo parlando di miracoli, c’è chiaramente differenza tra una moto da 8.000 euro e una da 18.000. Però quando si allarga la clientela si incontrano persone con abitudini ed esigenze diverse. Quando si parla di “togliersi uno sfizio” salendo su una moto, si fa riferimento non tanto a chi ne fa un uso intensivo, tipo vacanze o lunghe tratte, ma piuttosto a chi la usa poco e per il piacere di una passeggiata. Quando i chilometri sono pochi e i percorsi non esasperati, anche un mezzo non supercostoso serve alla causa.
Poi c’è il ritorno alla bella moto, iconica. Quest’anno è il centenario di un brand italiano di grande prestigio, Moto Guzzi, e i motociclisti stanno andando alla festa. Prodotti molto seducenti, neanche particolarmente aggressivi nel prezzo, con una richiesta crescente da parte del pubblico a cui faticano a star dietro.
Spesso la differenza per il cliente sta proprio nella formula finanziaria, che può rendere molto sostenibile la passione per la moto, come spiega Papale: “Noi stiamo osservando una crescita a due digit del nostro prodotto Valore Futuro Garantito, con cui il cliente paga una rata contenuta e dopo due/tre anni può decidere di restituire il mezzo a un valore certo e già conosciuto, magari cambiando con un modello nuovo. Anche i concessionari sono favorevoli a ritirare questi mezzi, grazie alla cura con cui i motociclisti tengono i loro gioiellini.”
Infine l’elettrificazione, che arriva anche a due ruote. Secondo Caliari, pure qui i due mondi camminano a velocità diverse: “Sulle moto non vedo tempi rapidi per l’adozione della propulsione elettrica, mentre per gli scooter piccoli mi aspetto che i clienti possano non trovare grossa differenza tra uno termico e uno elettrico”. Ricordiamo che nelle due ruote, a differenza delle auto, non ci sono i mezzi ibridi, per cui il cliente si trova davanti a una scelta netta, termico o elettrico. Papale conferma questa visione del mercato: “Per gli scooter piccoli non c’è grande differenza, mentre per quelli più grandi e per le moto mi aspetto un’adozione più lenta. Gli scooter urbani sono stati anche avvantaggiati dagli incentivi e dal risparmio sui costi assicurativi. Ma va bene, è comunque un passo verso una mobilità urbana più sostenibile”.
Di tutto questo e tanto altro discuteremo con i massimi esponenti dell’industry alla Capitale Automobile moto, il 4 giugno alle 10,00 in streaming su: https://www.youtube.com/channel/UCwhtxLy-0byk1_TSzaJVTPA