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Zero Km0: perché non è del tutto una buona notizia

Non tutto lo stock è necessariamente un peso per il concessionario. E non averne può essere indice di minori opportunità alla ripresa post Covid-19

Negli ultimi tempi il numero di vetture targate dai dealer sono andate ad appesantire lo stock, il cui peso sui bilanci era diventato eccessivo.

Proprio per questo motivo, già lo scorso anno i costruttori avevano allentato la pressione riducendo i volumi di km0 da 207mila a 161mila (-22%), secondo le stime di InterAuto News, portando la loro incidenza sul mercato poco sopra l’8% (era circa l’11% l’anno prima).

Il processo è proseguito nel primo bimestre di quest’anno: secondo Dataforce, le auto-immatricolazioni hanno registrato un’ulteriore flessione del 7%.

A marzo poi, mentre il mercato auto crollava, c’è stato il blocco quasi totale delle auto-immatricolazioni (km0) da parte delle concessionarie. Certamente non era neanche ipotizzabile usare la finanza, già sotto stress, per ammucchiare altre vetture nei piazzali, però è opportuno fare un distinguo: non tutti i km0 sono un peso, una forzatura per il concessionario.

Sono un prodotto a tutti gli effetti, che torna comodo a tutti, dal cliente che risparmia al dealer che fa margini migliori e anche alla Casa che fa funzionare gli impianti al meglio.

Non averne è un indice ulteriore di minori opportunità per quando si riapriranno le porte.

Dati InterautoNews - Elaborazione grafica by Moskito Design

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